Entro il perimetro delle mura posero le loro sedi le popolazioni del neolitico, quelle della prima età dei metalli, dell’età del bronzo e dell’età ellenistica, come dimostrano i ritrovamenti archeologici.
Dal lato sud della Piazza Mazzini si accede alla cittadella, passando dalla porta più antica e attraversando una torre normanna. Superato il secondo passaggio, sostenuto da arcate ogivali, si trovano in ordine progressivo: la chiesa di S. Caterina, chiusa al culto; l’abside della chiesa cinquecentesca dell’Addolorata, con ricchi altari lignei, stucchi dorati in stile barocco ed una tela del ‘600 raffigurante la crocifissione; infine la chiesa dell’Immacolata.
Più avanti, sulla sinistra, si trova la cattedrale dedicata a S. Bartolo, patrono delle Eolie, fatta costruire dal normanno Ruggero I. Dello stile normanno la chiesa conserva solo le volte a crociera ogivale; gli interni, come la facciata, sono stati successivamente rifatti.
All’ interno sono conservate la statua argentea di S. Bartolomeo ed una tavola del seicento raffigurante la Madonna del Rosario. Ancora più in fondo appare la chiesa della Madonna delle Grazie, chiusa al culto, che raccoglie pregiati affreschi di Alessio Cotrone (1708); il palazzo vescovile, del 1753, che è posto sul lato destro della cattedrale, è adibito a padiglione del museo.
Le zone più interessanti del castello sono quella del museo e quella del parco archeologico. Degno di attenzione è il museo, il quale conserva ritrovamenti archeologici dall’epoca neolitica a quella del bronzo, fino al periodo greco e romano. Negli ultimi anni esso è stato ampliato con una sezione dedicata all’archeologia sottomarina ed una sezione vulcanologica.
Nel parco archeologico, invece, sono stati ricostruiti numerosi sarcofagi, che risalgono al IV-II sec. a.C., e le tombe greco-romane, rinvenute nella necropoli di Contrada Diana.
In questa contrada la necropoli si sovrappone ad un vasto insediamento preistorico, fiorito dalla fine del neolitico medio alla prima età del bronzo, ma nel quale la massima intensità di vita si è avuta nel neolitico superiore, in quella fase culturale che, in tutta Italia, è oggi designata con il nome di “Cultura di Diana”.
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